La dichiarazione dei redditi ha tempi ben precisi e se si desidera non cadere in errore è molto importante oltre a compilarla correttamente, anche rispettare i termini e le scadenze. Il modello unico deve essere presentato entro il 30 aprile al proprio datore o ente pensionistico, oppure si ha un mese di tempo in più (31 maggio) se invece si sceglie un Caf o un intermediario abilitato.
La scadenza, in realtà, è per tutti il 31 maggio. Ciò vuol dire che il datore o ente pensionistico deve consegnare al contribuente cui ha prestato assistenza una copia della dichiarazione elaborata e il prospetto di liquidazione modello 730-3, con l’indicazione delle trattenute o dei rimborsi che saranno effettuati. Il termine slitta al 17 giugno per il Caf o i professionisti abilitati.
Quali sono i termini in caso di errore? In questo caso, la data per presentare una documentazione integrativa e correttiva è il 25 ottobre. Per il modello unico, i tempi sono differenti. Deve essere presentato per via telematica entro il 30 settembre, per via cartacea tra il 2 maggio e il 30 giugno. In entrambi i casi possono esserci delle variazioni. La cosa migliore è sempre consultare l’agenzia delle entrate per essere sempre informati correttamente (qui c’è la guida ufficiale).
Cosa succede se si consegna l’Unico in ritardo? Ci sono 90 giorni di tolleranza, durante i quali la dichiarazione è considerata valida, ma l’Agenzia delle Entrate applica una sanzione 8da 258 euro a 1032 euro). Si può evitare la multa piena versando spontaneamente una sanzione ridotta (25 euro, pari ad 1/10 di 258 euro). Superati i 90 giorni, la dichiarazione viene considerata omessa. Infine, l’ultima tipologia di dichiarazione dei redditi, il modello Unico Mini. In questo caso, il termine per via telematica è sempre del 30 settembre, mentre per via cartacea è il 30 giugno e le modalità con cui vengono applicate le sanzioni sono le stesse.
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