La gommalacca è un materiale di origine animale, che si usa soprattutto per lucidare i mobili. Si ottiene dalle secrezioni dell’emittero femmina (famiglia della Cocciniglie) e, a differenza di quanto siano convinti in molti, non deriva dalle piante, anche se si reperisce sulla corteccia degli alberi. Questo perché l’animaletto lo deposita proprio lì.
La gommalacca si può trovare in scaglie o in pallottoline e si può modellare con il caldo. È usata, come anticipato in precedenza, soprattutto per la lucidatura e le rifiniture dei mobili dal Seicento, ma divenne comune solo due secoli dopo. All’inizio del Novecento venne sostituita con un altro materiale, noto come lacca alla nitrocellulosa. È famosa anche per dare un aspetto lucido anche agli strumenti musicali in legno, come violini (è alla base dello Stradivari) e chitarre.
C’è però molto di più. È un prodotto naturale e non è tossica. Per questo motivo è utilizzata come agente lucidante per pillole e caramelle, ma anche come film di conservazione per la frutta appena raccolta. Se, invece, amate la lavorazione del feltro e siete degli esperti nella realizzazione di cappelli, la gommalacca vi sarà utile, perché si applica per rendere più rigido il materiale e di conseguenza per fare in modo che mantenga la forma. Inoltre, è ideale anche per lucidare il cuoio.
Come usare la gommalacca sul legno
L’applicazione più comune è quella su legno e serve per chiudere i pori. Per applicarla bisogna utilizzare una sorta di tampone umido in fibra naturale (può essere di cotone o di lino), affinché possa essere traspirante. Inserite il prodotto all’interno. Cospargete poi il legno di polvere di pomice e solo dopo applicate, attraverso il tampone, la gommalacca. Al termine, attraverso un panno asciutto pulite la superficie. Noterete che il legno sarà molto liscio e ovviamente più lucido. È un’operazione manuale, un po’ faticosa, ma l’effetto è meraviglioso.
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