Come dire la verità sull’adozione ai figli? Arriva un momento nella vita dei genitori adottivi nel quale è necessario raccontare ai propri pargoli di non essere frutto naturale di un concepimento. Vediamo come riuscire nel affrontare questo passo senza troppi problemi.
Non vi è un’età precisa per farlo e molto dipende da quando gli stessi sono stati inseriti nella loro nuova famiglia. Difficilmente i bambini sono così piccoli da non averne memoria di quello che è l’iter passato: è quindi necessario regolarsi in base all’età nella quale i più piccoli, sia che siano italiani che non si trovano a conoscere i propri genitori. Per parlare dell’adozione è importante, soprattutto se i bambini hanno più di 3 anni rispettare la loro memoria ed aiutarli a rielaborare correttamente le proprie emozioni soprattutto se la realtà di provenienza è difficile.
Si deve iniziare, secondo gli psicologi, ad affrontare il discorso da subito ma senza esagerare: il bambino non ha bisogno di avere a che fare con un carico emotivo troppo forte e tutto insieme. E farlo partendo dal desiderio di avere un figlio è la cosa migliore: i piccoli devono sentirsi considerati come un dono per la propria famiglia adottiva cercando di spiegare come i genitori naturali, quando è nato, non potevano fare la mamma e il papà perché non era in grado o in caso di decesso, perché non più presenti ma in un luogo migliore. E se il piccolo è frutto di un’adozione internazionale è importante conoscerne le radici per aiutarlo a non rigettare ma comprendere la propria cultura di provenienza.