Oggi torniamo a parlare di corretta raccolta differenziata e lo facciamo con le pile che sono tra gli oggetti che devono essere smaltiti negli appositi contenitori. Smaltire le pile esauste, oltre che obbligatorio per legge, è necessario a causa del fatto che questi prodotti contengono dei prodotti nocivi alla salute e quindi devono essere smaltiti in apposite discariche attrezzate per il trattamento di questi oggetti.
Il riciclaggio delle pile è obbligatorio all’interno dell’Unione Europea; dal 26 settembre 2008 in tutte le batterie, così come negli accumulatori e nei blocchi, devono essere riportato il simbolo della raccolta differenziata per informare i consumatori che le batterie non devono essere smaltite con i rifiuti domestici, ma gettate negli appositi contenitori.
In alternativa ai contenitori di raccolta delle pile esauste, ci sono i punti di raccolta per il riciclaggio attrezzati per il trattamento delle batterie e delle sostanze potenzialmente nocive che contengono, in conformità con la Direttiva Europea sulle Batterie, in modo da minimizzare l’impatto ambientale. Ma non solo: la raccolta delle pile e il loro conseguente riciclo consente il recupero di buona parte degli elementi presenti nelle batterie stesse, risparmiando così sulle materie prime per la produzione di nuove batterie.
Non buttate, dunque, le batterie insieme ai rifiuti domestici ma negli appositi contenitori, molti si trovano anche presso i rivenditori, oppure recandovi presso l’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti del vostro luogo di residenza che vi saprà indicare la discarica idonea più vicina. Importante: non tentate di smaltire le pile bruciandole: a contatto con il fuoco potrebbero esplodere.
Discorso a parte per le batterie delle automobili e dei cellulari che non devono essere buttate nei contenitori per la raccolta delle pile esauste: le prime vanno portate presso le officine dei meccanici o degli elettrauto che si occuperanno di portarle alle apposite discariche, mentre quelle dei cellulari devono essere portate dai rivenditori che anch’essi pensarono al loro riciclaggio.
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