Fare trekking in montagna è un passatempo e uno sport adatto a tutti. È necessario però fare molta attenzione al percorso. Capita spesso che escursionisti della domenica si perdano in alta quota o finiscano in punti molto esposti e pericolosi. Bene oggi vediamo come scegliere il percorso più adatto al nostro livello, perché non tutti sono Bear Grylls e soprattutto per divertirsi non c’è bisogno di finire nei guai.
Il primo passaggio è andare all’azienda di soggiorno locale e farsi dare una piantina con tutti i percorsi. Sulle mappe, solitamente, sono segnalate le lunghezze, il tipo di percorso e il numero del sentiero. Mi raccomando il numero è fondamentale, per non perdersi.
Sempre, all’azienda di soggiorno o al Cai chiedete poi quale percorso può essere adatto a un principiante, a un escursionista medio o esperto. Quali sono gli indicatori di difficoltà? Ovviamente la pendenza, la lunghezza e anche la condizione del sentiero: se è battuto, non ci sono problemi, se invece ha alcune parti ferrate allora forse è meglio avventurarsi solo se si è davvero in grado di farlo.
La lunghezza è un’altra variabile importante perché un percorso può anche essere pianeggiante e facile, ma capirete anche voi che 5 chilometri non sono 20. In questo caso bisogna considerare il proprio grado di allenamento e il collegamento con i mezzi: c’è un pullman, come si torna indietro, dove si può lasciare la macchina? Considerate sempre il collegamento, perché dopo una lunga giornata di trekking non dovete avere imprevisti o dubbi.
Poi calcolate sempre la presenza di un rifugio durante la passeggiata. Può essere un punto di ristoro oppure la vostra meta. Quale sia lo scopo non importa, ciò che conta è posizione: dovete calcolare di portarvi acqua e rifornimenti fino all’arrivo in questa tappa. In questo modo non soffrirete fame e soprattutto sete.
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