Il test di gravidanza è sempre la strada migliore per scoprire velocemente se si è in attesa di un bambino oppure no. Vediamo insieme oggi quando va fatto, come e soprattutto su quale meccanismo è basato. La prima domanda, quella più diffusa, è sull’affidabilità. Si tratta, infatti, di uno strumento sicuro, anche se possono esserci dei casi (rari) di falso positivo.
È importante quindi prendere appuntamento con il proprio ginecologo per fare degli esami completi e soprattutto per impostare gli step base della gravidanza. Quando va eseguito? Appena notate un ritardo nel ciclo o circa due settimane dopo il rapporto.
Come si fa? I più comuni sono gli stick, che possono essere comprati tranquillamente in farmacia. Sono estremanti facili. Bisogna solo fare un po’ di pipì (meglio al mattino) sul tampone o immergerlo direttamente l’urina raccolta in un contenitore. Dopo qualche minuto compariranno delle barrette sul piccolo display. In linea di massima due stanghette è positivo, una sola è negativa. Alcuni test, invece, hanno stanghette colorate differenti, ma il meccanismo non cambia.
Perché mai l’esame registra la gravidanza dalla pipì? In realtà non verifica la gestazione, ma la presenza dell’ ormone betaHCG (quantità minima 25 mU/ml), tipico della gestazione. La gonadotropina corionica umana, un ormone secreto dal trofoblasto, viene prodotto subito dopo l’impianto della camera gestazionale, ma è rilevabile nelle urine non prima di una decina di giorni dal rapporto. Il test considerato sicuro al 99 percento. Detto ciò il medico provvederà prescrivere un esame ematico, per avere una controprova. Potrebbe poi accadere che il ciclo non si faccia vedere e che il test sia negativo. Le spiegazioni in questo caso possono essere diverse.
Il test potrebbe essere falsato da qualcosa o magari il ritardo è dovuto a un disturbo, come la presenza di una ciste ovarica. Ecco quindi che diventa davvero fondamentale consultare sempre il medico.
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