Qualche tempo fa vi abbiamo parlato dell’house sharing, una forma di turismo che consiste nello scambiare la propria casa con quella di altre persone che si trovano in altre città o Paesi; oggi vi presentiamo un’altra forma di ospitalità a impatto zero adatta soprattutto ai giovani, ovvero il couchsurfing.
Che cos’è il couchsurfing
Il couchsurfing, che letteralmente significa “fare surf da un divano all’altro”, è una forma di ospitalità che consiste nell’offrire e ricevere ospitalità gratuitamente e in tutto il mondo; questo progetto è nato nel 2003 grazie a Casey Fenton, un giovane programmatore statunitense con una grande passione per i viaggi grazie ai quali, in breve tempo, è riuscito a formare una rete di relazioni in tutto il mondo basate sulla grande disponibilità ad ospitare.
Qual è lo spirito del couchsurfing
Partendo da questo presupposto Fenton ha creato un programma in grado di riunire tutte le persone interessate ad uno scambio culturale di questo tipo. Attenzione, quindi: il couchsurfiung non è un semplice modo per usufruire di ospitalità gratuita: è, soprattutto, condivisione di uno stile di vita, voglia di conoscere altre persone e le loro abitudine, e si basa sulla tolleranza, il rispetto e la fiducia.
Come fare couchsurfing
Per diventare couchsurfer basta iscriversi al sito ufficiale, ovvero www.couchsurfing.org, riempire un apposito form con i propri dati anagrafici, la disponibilità ad ospitare; molto importante è compilare la propria pagina personale, indicando i propri interessi e quant’altro possa risultare utile per farsi conoscere.
Al momento del viaggio, dovrete mettervi in contatto con un membro della community vicino al luogo nel quale dovrete andare e chiedete se c’è la possibilità di essere ospitati; ovviamente la durata del soggiorno e altre informazioni sulla permanenza devono essere fornite prima di partire. Il servizio è gratuito e chi ospita non percepisce nessun pagamento, anche se è buona norma portare con sé dei prodotti tipici del proprio Paese da regalare all’ospite.