E’ terribile tornare dalle vacanze e trovare nella propria cassetta delle lettere una multa emessa a seguito della classica fotografia dell’autovelox. Ma è brutto anche ritrovarsi una multa sul parabrezza per aver parcheggiato in divieto di sosta. Che fare in quei casi? Non disperatevi, si può fare ricorso. Secondo gli ultimi dati dell’associazione dei consumatori, il 60% delle multe contestate alla fine viene annullata, e dunque la possibilità di farla franca c’è.
Le possibilità per evitare di pagare la multa sono diverse, ma ovviamente qui prendiamo in considerazione solo quelle legali, e non il classico amico tra i vigili urbani che straccia il verbale. La prima cosa da fare, se pensate di poter contestare la multa, è non pagarla. Una volta pagata, l’importo non verrà restituito e non sarà possibile fare ricorso.
Il consiglio in ogni caso è di contestare soltanto quando avete la possibilità di aver ragione (se andavate a 200 all’ora non vale la pena provare a farvela togliere), e se l’importo dovesse superare i 100 euro. Per pochi euro vale la pena pagare piuttosto che aspettare mesi per una sentenza incerta, la quale può anche venir raddoppiata.
Il tempo per far ricorso è 60 giorni dalla data in cui si viene a conoscenza della multa. Ad esempio se venite fermati da un vigile che vi fa una multa, o ne trovate una sul parabrezza, i 60 giorni scattano da quel momento. Se invece ricevete il verbale a casa (come nel caso dell’autovelox), i 60 giorni non partono dal giorno in cui è stata scattata la foto, ma dal giorno segnato sul timbro postale. Le eccezioni vi sono in caso di giorno festivo nel sessantesimo giorno (viene rimandato tutto al primo giorno feriale) o, in caso di ricorso al Giudice di Pace, rimane sospeso il periodo che va dal 1 Agosto al 15 settembre.
Nel caso in cui il verbale venisse recapitato 150 giorni dopo l’avvenuta infrazione o ci fosse un errore qualsiasi da parte del vigile (errore o mancanza di data, matricola, firma, ecc.) la multa viene annullata automaticamente. Basta inviare al Prefetto o al Comando dei Vigili Urbani un modulo, scaricabile anche via internet, per la contestazione. Stesso discorso se l’autovelox o il telelaser non sono omologati o hanno dei difetti di fabbricazione.
Se invece volete ricorrere al Giudice di Pace, avete 30 giorni per farlo, ma conviene sempre perché è gratis. Per individuare il giudice competente, basta andare sul sito ufficiale del Ministero della Giustizia e selezionare la città in cui vi è stata fatta la multa, per sapere a chi rivolgersi.
Dopodiché bisogna sapere a chi rivolgersi perché se la multa è stata comminata dalla polizia municipale, bisognerà chiamare in giudizio il comune, se è la polizia stradale, il Ministero degli Interni, se i carabinieri, il Ministero della Difesa. Poi bisogna redigere una sorta di relazione in cui si spiega perché si contesta la multa, da consegnare personalmente o con raccomandata con ricevuta di ritorno al giudice di pace competente, o da usare come memorandum per l’esposizione a voce.
Delle buone motivazioni per fare ricorso sono:
- Mancanza di un segnale (ad esempio se non era descritto il limite di velocità);
- Il fatto contestato è accaduto in maniera diversa da quella registrata dal pubblico ufficiale;
- Errori vari nella redazione della multa;
- Doppia multa per divieto di sosta nello stesso posto entro le 24 ore;
- Autovelox non segnalato.
Inoltre, per quanto riguarda l’eccesso di velocità, esiste una tolleranza, o tollerabilità, del 5%, con un minimo di 5 km/h. Se il limite ad esempio è 80 km/h, fino ad 85 km/h non può essere emessa alcuna multa, anche se il 5% sarebbero 4 km/h.
I moduli per presentare ricorso si possono scaricare direttamente da qui.
Interessante come articolo ma vi consiglio una cosa: affidatevi a legali esperti in materia altrimenti rischiate di buttare via tempo e denaro.
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