Probabilmente si tratta di un problema che riguarda solo una minima parte della popolazione italiana, ma questo non significa certo che si possa ignorarlo. Parliamo del cambio del nome o del cognome, che a parte disconoscimenti della paternità o questioni simili, può rappresentare un grosso peso da portare, specie nel caso in cui sia offensivo o fatto oggetto di derisioni continue.
Forse non tutti sanno che il nome o il cognome possono essere cambiati, ovviamente presentando delle motivazioni valide all’atto della richiesta. Se per esempio vi chiamate Francesca o Giovanni e volete cambiare nome solo per un vezzo personale, difficilmente verrà accolta la vostra richiesta. Diversa la situazione per chi invece ha dei nomi o dei cognomi “particolari”, di quelli che pronunciati in pubblico fanno arrossire o di quelli che richiedono necessariamente un diminutivo. Cambiare si può. Ma come cambiare il nome o il cognome?
Come cambiare il nome o il cognome
Il cittadino che desideri cambiare il proprio nome o il proprio cognome per ragioni che ritiene valide può presentare una domanda in bollo da 14,62 euro alla Prefettura della propria zona di residenza, scaricando il modulo dal sito del Ministero degli Interni. Unitamente alla domanda dovranno pervenire determinati documenti, quali:
- dichiarazione sostitutiva di certificazione che attesti il luogo e la data di nascita, la residenza, lo stato di famiglia e la cittadinanza
- le motivazioni della richiesta
- la fotocopia di un documento di identità
- la dichiarazione di assenso dei cointeressati (laddove ce ne fossero), accompagnata dalla fotocopia di un documento di identità di ognuno di essi.
Se la domanda viene accolta, il Prefetto autorizza la pubblicazione per 30 giorni della documentazione nell’albo comunale di nascita e di residenza. Successivamente dovranno trascorrere altri 30 giorni per eventuali ricorsi, dopodiché il Prefetto autorizzerà l’Ufficiale dell’Anagrafe al cambio del nome o del cognome come da richiesta dell’interessato.