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Come scegliere una ametista di buona qualità

Come scegliere una ametista di buona qualità  Le donne amano le pietre preziose e sognano in molte occasioni di ricevere dei gioielli che ne contengano di rare e colorate. Non tutte però sanno riconoscere quelle di buona qualità e rischiano, di fronte ad un eventuale gioielliere con pochi scrupoli, di pagare un oggetto molto di più di quanto vale o di ricevere un dono che ha avuto un costo eccessivo. Nonostante le fregature in tale campo siano spesso dietro l’angolo, è sempre il caso di conoscere qualche caratteristica in più su ciò che si va a scegliere. Nel caso dell’ametista, ad esempio, non è sempre facilissimo scongiurare il rischio di sfoggiare un pezzo di vetro violetto o un corindone sintetico, visto che la gradazione cromatica e la forma sono davvero simili, ma la luce e i riflessi di una pietra originale sono tutta un’altra cosa.

L’ametista è una varietà di quarzo cristallino con tonalità porpora, lilla o malva e, un tempo, l’avvolgeva la curiosa leggenda che chi la possedesse poteva riuscire a prevenire l’ubriachezza. Quella di buona qualità, mostra un effetto porpora-bluastro o rossastro a seconda dell’angolazione che si sceglie per guardarla e generalmente è faccettata in tagli compositi o a gradini. Molte volte presenta inclusioni caratteristiche che sembrano un manto di tigre e, infatti, parecchie vengono riscaldate per convertire il colore giallo e produrre così un’altra pietra, il citrino. Quando si sceglie un cristallo che in parte è ametista e in parte citrino, ci si trova di fronte ad un ametrino.

Il luogo al mondo dove si trova con più facilità è il Brasile, in depositi alluvionali o geoidi, ma con sfumature rossastre si vende anche in Russia, mentre con tendenza al violaceo è  tipica canadese. Viene ricavata anche da altre parti del globo, come Madagascar, Stati Uniti, Sri Lanka, India, Uruguay, Namibia, Germania, Australia e Zambia. Con i materiali di qualità inferiore, vengono realizzare pure delle perline.

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