Per chi possiede un orto, anche a semplice uso familiare, questo è il momento giusto per preparare il terreno per la prossima stagione, soprattutto nel caso in cui il raccolto sia terminato. I residui degli ortaggi che hanno concluso il loro ciclo vegetativo vanno tolti in modo da pulire il terreno in profondità, ed è un’operazione che va fatta in diverse fasi.
Il lavoro principale è quello di vangatura, grazie al quale il terreno viene lavorato in modo molto attento per sminuzzare le zolle e togliere le radici e i residui più resistenti del raccolto precedente. Il lavoro di vangatura fa fatto prima dell’arrivo delle piogge che solitamente accompagnano l’autunno, in quanto renderebbero la terra troppo pesante e compatta da lavorare. Vediamo come procedere.
La prima vangatura
Il lavoro di vangatura si divide in due fasi, la prima e la seconda vangatura; la fase di prima vangatura consiste nel rimuovere le zolle ad una profondità limitata, cioè pari alla lunghezza della vanga; bisogna scavare una prima buca, conservando a margine la terra, poi scavare una seconda buca, la cui terra va gettata nella prima, proseguendo così fino alla lavorazione di tuta l’area.
La doppia vangatura
La seconda fase del lavoro è la doppia vangatura, che però va fatta solo nei terreni argillosi nei quali bisogna operare più in profondità; dopo la prima vangatura bisogna andare a frantumare lo strato di fondo, concimandolo con del letame maturo.
Rastrellare
Se dovete seminare subito le nuove piante, dovete rastrellare il terreno dell’orto per evitare i ristagni d’acqua, se invece il terreno rimarrà senza semina per tutto l’inverno, lasciatelo in zolle.
Il diserbo
Questa operazione consiste nel pulire il terreno, e può essere compiuta anche manualmente estirpando le erbe infestanti dal terreno. Se queste erbe dovessero riapparire sarà necessario intervenire con un diserbante da somministrare solo dopo aver concimato il terreno.