Il mestiere dello chef è uno dei più affascinanti ed intriganti del panorama lavorativo e ci sono sempre più giovani che si avvicinano con curiosità a questo mondo, spinti dalla passione e dalle ampie possibilità di impiego.
Certo è che per diventare degli chef affermati e richiesti occorre tanta esperienza sul campo ed altrettanta fortuna, ma da qualche parte si dovrà pure cominciare per trasformare la passione per la cucina in un mestiere.
E allora ecco qualche consiglio su come riuscire nell’impresa di diventare chef, nella speranza che queste poche righe possano esservi utili per realizzare il vostro sogno nel minor tempo possibile.
Due le strade percorribili per diventare chef. La prima è quella che parte da un corso di formazione professionale della durata di due anni. Al termine del percorso si ottiene un attestato di addetto alla preparazione dei pasti, ben lontano dalla qualifica di chef, ma comunque un buon punto di avvio. Con tale attestato si può trovare lavoro nelle cucine dei ristoranti come apprendisti, a meno che non si voglia frequentare un corso di specializzazione, che darà poi maggiori possibilità di lavoro.
La strada migliore per arrivare, però, è quella che prevede la frequenza di una Scuola Alberghiera. La durata del corso è di cinque anni, con un biennio comune a tutti gli indirizzi ed un triennio da dedicare alla propria passione (ricevimento, sala o cucina). Al termine dei cinque anni si ottiene un diploma che rappresenta un ottimo biglietto da visita nella ricerca di un lavoro nel campo della ristorazione.
Molte le alternative di impiego, da quella del classico cuoco di ristorante a quella nelle mense scolastiche ed aziendali. E per chi vuole invece elevare il proprio status, c’è la possibilità di proseguire con gli studi, con un ulteriore biennio che porta al conseguimento di una qualifica di tecnico dei servizi della ristorazione.
Per diventare uno chef di fama mondiale c’è poi bisogno di pazienza, passione ed esperienza, ma intanto si può cominciare a guadagnare sin da subito dopo il diploma, considerando che la categoria dei cuochi è una delle più richieste dal mercato.
queste scuole alberghiere funzionano malissimo, in queste scuole vengono gli studenti da fuori, anche da fuori regione, questo sembrare positivo ma non lo è perchè hai a che fare con tutti i ceti sociali e tutte le persone.
La maggiorparte degli studenti viene in questa scuola non studiando.
Io il primo giorno che ho accompagnato mio figlio in queste scuola mi ha dato l’impressione di una scuola di merda scusate l’espressione, ma bisogna dirlo in quella scuola si vedono di tutti i colori.
Accompagnando mio figlio un altro giorno, nell’istituto professionale per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera o l’istituto alberghiero di Potenza in Basilicata ( Ipssarpz) mi è capitato di vedere un professore di sala e bar di alzare le mani più ripetutamente contro alcuni alunni senza un motivo valido.
Io da allora feci cambiare scuola a mio figlio dopo questo episodio.
Io consiglio di optare per altri tipi di scuole migliori di questa.
Scuole del genere andrebbero abolite e stop. I fancazzisti e gli analfabeti dovrebbero andare a lavorare dopo la terza media, mentre per chi fosse realmente interessato a lavorare in ambito enogastronomico o ricettivo-alberghiero sarebbe meglio istituire dei corsi “full” post-diploma da frequentare dopo la maturità (ottenuta, quest’ultima, dopo un qualsivoglia indirizzo scolastico secondario).
Non possiamo lasciare la cucina italiana, che è un vanto del nostro sistema-Paese, in mano a un branco di semianalfabeti che non hanno voglia di studiare.