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Come avviare un home restaurant

Lhome restaurant rappresenta una delle tendenze più attuali della ristorazione e non è altro che – traduzione alla mano – un “ristorante a casa”. Una persona, non necessariamente uno chef professionista (seppure una formazione è comunque richiesta), mette a disposizione la propria abitazione cucinando per dei clienti e, quindi, dietro pagamento di un compenso.

Come avviare un home restaurant
home restaurant

Il fenomeno si sta diffondendo soltanto di recente in Italia ed è nato negli Stati Uniti all’inizio degli anni Duemila, prendendo ispirazione dalle “case particular” tipiche di Cuba. L’home restaurant è considerato una valida alternativa al classico ristorante, complice l’atmosfera più casalinga e accogliente, dando modo di invitare degli amici a cena sentendosi a casa. Ma come fare per aprirne uno? Scopriamo insieme i passaggi necessari per avviare un’attività di questo tipo.

Home Restaurant: cosa dice la normativa?

Al momento, nonostante i numerosi tentativi fatti in tal senso, non esiste ancora una normativa specifica a disciplina dell’home restaurant: siamo quindi in attesa di una legge definitiva.Pertanto, chi cucina deve aver conseguito una formazione specifica. Ecco quali sono i soggetti reputati idonei ad aprire un’attività di tale tipologia:        La persona deve aver lavorato – dimostrandolo – per minimo due degli ultimi cinque anni nel campo della ristorazione.       In alternativa, o in aggiunta, deve essere in possesso di un diploma di scuola superiore inerente il settore alimentare, ad esempio quello conseguito presso un Istituto Alberghiero.       Oppure, deve aver conseguito un corso SAB (Somministrazione di Alimenti e Bevande).

La formazione HACCP

A questo punto viene da porsi una domanda: sussiste una formazione obbligatoria HACCP per chi apre un home restaurant? Trattandosi a tutti gli effetti di un’attività di somministrazione di alimenti e bevande la risposta a oggi risulta affermativa, questo in relazione da quanto stabilito nel Regolamento (CE) n. 852/2004 del Parlamento Europeo e nel D.Lgs. 193/2007.Attualmente, inoltre, è possibile conseguire dei corsi di HACCP online, parimenti riconosciuti rispetto a quelli effettuati in presenza, in linea con le disposizioni del legislatore nazionale ed europeo, validi per tutte le categorie che operano nel settore alimentare. Questa soluzione permette di ottimizzare tempi e costi, risultando perfettamente in regola e avendo modo di predisporre il proprio home restaurant nel rispetto dei parametri della sicurezza alimentare, tutelando i clienti e la reputazione dell’attività.

Altri aspetti a cui attenersi

Esistono altri limiti a cui ottemperare per avviare un home restaurant ma sono davvero minimi. Nel dettaglio:       Essendo un’attività da svolgere saltuariamente, e non in maniera continuativa, non è richiesta l’apertura di partita IVA. Allo stesso tempo, non può rappresentare la fonte primaria di reddito. Il limite di fatturato è di 5000 euro annui.       Un ristorante a casa non può essere abbinato ad altre attività ricettive, come una casa vacanze o un B&B.       Prima di avviare l’home restaurant è bene prestare attenzione, se il contesto è di stampo condominiale, al regolamento: potrebbe sussistere un divieto di apertura di attività commerciali.       C’è un limite di coperti annui da rispettare, pari a 500 unità.Infine, ma non meno importante, è richiesto il possesso di un’assicurazione sui rischi, sia per quanto riguarda il cuoco che la struttura abitativa: una polizza che tutela da danni a terzi e consente la deducibilità fiscale.

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