Uno studio commissionato da Ania a The Boston Consulting Group certifica la differenza di trattamento, purtroppo in negativo, tra i costi per gli automobilisti del nostro Paese, confrontati con Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Spendiamo in media 213 euro in più ogni anno – Mariano Mangia
La Rc auto in Italia costa più che in altri paesi europei. Lo certifica uno studio che l’Ania, l’associazione delle imprese assicuratrici, ha commissionato alla società di consulenza The Boston Consulting Group. Il confronto è stato fatto con quattro paesi, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, su un orizzonte temporale di cinque anni (2008-2012) e il responso è che in Italia il prezzo medio della Rca è di ben 491 euro, contro una media degli altri paesi di 278 euro.
I 213 euro di differenza derivano principalmente dalla maggiore onerosità dei sinistri, da soli “costano” ben 126 euro, e dalle tasse più elevate. Per quanto riguarda i sinistri, a spingere in alto i costi di risarcimento dei danni a persone, concorrono un’elevata incidenza dei contenziosi, risarcimenti per il caso morte quattro volte superiori alla media europea ed è alto anche il livello medio di danno non patrimoniale. La riluttanza a rivolgersi alle officine convenzionate per le riparazioni e l’affidarsi a una rete di carrozzieri frammentata e meno efficiente fa poi salire il costo del risarcimento dei danni alle cose. Ma ci sono altri due elementi che concorrono a far levitare le tariffe e non dipendono dalle compagnie assicurative. Le nostre strade sono più rischiose, 6,2 morti per miliardo di km percorsi contro i 4,4 degli altri paesi, e come guidatori brilliamo per comportamenti pericolosi, il 9% degli italiani, ad esempio, usa il cellulare mentre è alla guida, contro il 2% rilevato negli altri paesi, e solo il 10% dei passeggeri dei sedili posteriori allaccia le cinture, negli altri paesi siamo al 90%. Va anche peggio per i mezzi a due ruote: il casco è indossato nell’88% dei casi e si registrano, a parità di chilometraggio, il doppio degli incidenti e, purtroppo anche 10 volte il numero di morti rispetto all’auto.
Ci sono poi le frodi, siamo un paese di furbetti, così rispetto ai nostri partner europei l’incidenza di frodi non rilevate è doppia, oltre a un 7-8% di veicoli che circola privo di assicurazione. La notizia positiva è che, secondo gli esperti di BCG, ci sono diversi interventi che, se attuati, potrebbero portare a una riduzione fino al 30% del prezzo delle polizze. Il contributo maggiore, si parla di 60-65 euro in meno, verrebbe dall’adozione di misure per ridurre i costi dei danni alle persone, come la standardizzazione delle regole per i risarcimenti e gli interventi sul risarcimento dei casi mortali; per il danno alle cose, un miglioramento potrebbe derivare dal rendere possibile per l’assicuratore di pagare la sola riparazione, con uno sconto predeterminato se il cliente vuole rivolgersi a un carrozziere diverso da quello scelto dalla compagnia.
Un risparmio di 40-45 euro si potrebbe ottenere con la creazione di un organismo anti-frodi con poteri di investigazione, l’introduzione di maggiori controlli e di nuove norme. Aumentare i controlli sulle strade e inasprire le pene, migliorare la sicurezza della rete stradale attraverso misure strutturali e varare campagne e iniziative specifiche per ridurre drasticamente gli incidenti delle moto, ad esempio imponendo l’uso obbligatorio di giacche riflettenti di notte, consentirebbe di ridurre del 5-6% il prezzo finale.