I frutti di mare sono davvero un cibo prelibato: nella pasta come nella zuppa o per i più temerari crudi, appena raccolti. È davvero molto importante imparare a consumarli e soprattutto a conservarli nel modo giusto, perché le conchiglie (dalle ostriche alle comuni cozze) sono portatrici di numerose infezioni, una per tutte l’epatite. La regola d’oro è la seguente: vanno cucinati vivi, ne consegue che una volta acquistati vanno mantenuti vivi fino alla preparazione.
È quindi vietato congelare cozze, vongole, fasolari, ecc. Potete acquistare i misti pronti già congelati, ma se prendete le conchiglie fresche non cadete in questo errore. Dopo aver fatto il vostro investimento al banco del pesce (considerate che le vongole veraci sono sui 10 euro al chili, le cozze sui 3 mentre le ostriche si pagano a conchiglia così come le capesante) potete tenerli in frigorifero per 24/36 ore, non di più.
Se le pulite dovete mangiarle immediatamente, quindi se non siete convinti di preparare la vostra pasta allo scoglio a pranzo, mantenete i frutti di mare nel loro sacchettino originale o in un panno umido, ben chiuso. Un’altra cosa importante devono stare nella parte bassa del frigorifero, quella meno fredda (dove di solito mettete la verdura). Nel mare le temperature non sono mai bassissime, soprattutto vicino agli scogli, perché questi frutti non vivono nella profondità.
Prima di cucinarli vanno inoltre fatti spurgare. Come si fa? Metteteli a mollo per un paio d’ore con acqua e sale (vedrete che lasceranno tutta la sabbia). Sciacquateli bene e poi fateli aprire (si può usare un po’ di calore per velocizzare l’operazione). Quelli che non si aprono bene, vanno buttati perché sono morti o comunque non sono sani. Non cercate quindi di forzare l’operazione con un coltello: è per la vostra salute.
Un’altra cosa importante, infine, è la garanzia d’acquisto: dovete comprare solo nelle pescherie certificate ovvero quelle che hanno prodotti con denominazione d’origine. Di solito nei sacchettini dei frutti di mare dovrebbe esserci un’etichetta con la provenienza e il bollo igienico.
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