Quando andiamo al supermercato ci troviamo davanti a tanti tipi di acqua e la scelta non deve essere dettata solo dal prezzo, ma soprattutto dalle sostanze che contiene e per far ciò bisogna imparare a leggere l’etichetta.
L’acqua, infatti, andrebbe scelta in base a diversi fattori, vediamone alcuni; uno di questi è il residuo fisso, che indica la quantità complessiva dei sali minerali sciolti in acqua, espressi in milligrammi per litro; se il residuo fisso è inferiore a 50 mg/l vuol dire che è adatta per sciogliere il latte in polvere dei bambini oppure se si soffre di insufficienza renale; in tutti gli altri casi è meglio evitare in quanto è povera di minerale.
L’acqua da consumare quotidianamente è quella oligominerale con un residuo fisso compreso tra i 50 e i 500 mg per litro; le acque cosiddette mediominerali, ossia con un residuo fisso tra i 500 e 1500 mg/l sono indicate per i bambini al di sopra dei 12 mesi, per le donne in gravidanza e per gli adolescenti, in quanto il buon contenuto di minerali è utile per chi sta attraversando una fase di sviluppo.
Se nell’etichetta c’è scritto “acqua solfata” vuol dire che in quell’acqua ci sono sali di zolfo in quantità superiore ai 200 mg/l: quest’acqua è l’ideale per chi soffre di problemi digestivi. L’acqua calcica contiene calcio in quantità superiore ai 150 mg/l ed è adatta ai bambini, agli adolescenti e agli anziani, mentre è da evitare per i neonati e per coloro che soffrono di calcoli alle vie urinarie.
L’acqua ferruginosa contiene più di 1 mg/l di ferro è indicata per chi è carente di ferro; l’acqua sodica, ossia con più di 200 mg/l di sodio va bene per chi soffre di pressione arteriosa bassa e, infine, l’acqua acidula, cbe contiene una quantità di anidride carbonica superiore a 250 mg/l è indicata per chi soffre di indigestione mentre va evitata se avete problemi di acidità gastrica.