Quella del fisioterapista è una figura molto ricercata al giorno d’oggi sia nelle strutture ospedaliere/riabilitative che in ambito privato, lavorando “ad ora” o facendosi retribuire secondo il tipo di prestazione offerta. Per molti giovani, dunque, diventare fisioterapista può rappresentare una buona occasione di lavoro e – soprattutto – di guadagno, a patto che si segua il percorso formativo richiesto.
E allora andiamo a vedere nel dettaglio come diventare fisioterapista, nella speranza che qualcuno tra i nostri lettori riesca a trovare lo spunto giusto per ritagliarsi un posto nel mondo del lavoro.
Come diventare fisioterapista
Se non siete in possesso di un diploma di scuola superiore, richiudete pure in un cassetto il sogno di diventare fisioterapista. Il diploma è indispensabile per iscriversi ad un corso di laurea triennale presso la facoltà di Medicina e Chirurgia. Per accedere al corso di laurea occorre superare un esame selettivo, visto il gran numero di candidati.
Superato il test di ingresso e completati i tre anni di università si consegue l’agognato “pezzo di carta” che consente di proporsi ad ospedali e centri di riabilitazione come fisioterapisti. Volendo si può anche iniziare un’attività in proprio, ma è chiaro che in questo caso occorre armarsi di tanta pazienza per mettere insieme una “clientela” piuttosto numerosa.
Se poi si vuole diventare fisioterapista specializzato occorre continuare gli studi per altri due anni, così da acquisire quelle conoscenze che permettono il salto di qualità nella professione, con occasioni migliori di inserimento nel mondo del lavoro.
Qualunque sia la tipologia della vostra laurea, comunque, è abbastanza semplice trovare un’occupazione e magari affiancare al lavoro dipendente qualche seduta privata per arrotondare lo stipendio. Si può cominciare ad esempio con i classici massaggi per la cervicale della zia o per la lombalgia della nonna, per poi allargare la cerchia della clientela e trasformare il dopo lavoro in un’ottima occasione di guadagno.